sabato 8 febbraio 2014

non ti preoccupare per noi!






...credo che molto del "dolore" del commiato, sia di origine (bonariamente) egoistica; pochi sanno dire: "stai tranquillo, io me la cavo. Non ti preoccupare per noi! Tu, vai verso la luce". E, invece, li tratteniamo di qua, e perseveriamo nel "chiedere" a loro, (il vero e proprio "petere", o "chiedere per avere"), come se, non appena uno se ne va, acquisisse chissà quale pienezza di poteri...

Credo che la morsa della mancanza fisica sia proprio ciò che dobbiamo attraversare per approdare ad altro e più profondo sentire. Forse - mi dico io, in base alla mia esperienza della perdita di tutti e due i miei, già da trent'anni ormai - quando riesco a sentire "nelle membra" questa mancanza e il dolore che porta, accogliendolo, facendogli spazio perché reale, allora, forse, qualcosa farà cadere il velo (di Maya, o dell'illusione) e mi permetterà di sentire, accanto e non "oltre" questa mancanza, quella speciale forma di vicinanza suprema, altrimentii impossibile. Quella vicinanza che è talmente stretta che giunge alla fusione dell'io nel tu, che non si può verbalizzare più di tanto. E questa diventa "dialogo tra distacco e fusione", che vibrano assieme, come il dolore e la gioia del parto, poiché tutto è assolutamente DOPPIO in questa nostra dimensione. Potrebbe sembrare astruso e complicato, ma è solo un "mio" sentire. Perdonatemi.

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