lunedì 12 ottobre 2015

Ernia iatale e gravidanza: il riconoscimento di un nuovo spazio interiore

(Medicina dei Significati: Dal Sintomo al Simbolo)


Ora pubblicherò (in modo ovviamente anonimo) una serie di "appunti di Medicina dei Significati" legati a problematiche di vario tipo, alcune raccolte attraverso le consulenze di persona, nel mio studio, altre invece in differita, cioè in modalità online o email-counseling). Penso possano essere utili a molte persone.. 

Ecco la prima:

una donna, di 30 e qualcosa anni, incinta di quattro mesi, accusa consistente dispepsia, con nausea e vomito continuo.

La spegazione organica, di carattere "meccanico", è evidente: l'ingrossamento dell'utero nel corso della gravidanza costringe lo stomaco in uno spazio sempre più ridotto. La presenza dell'ernia iatale aumenta la sintomatologia gastrica. Gastroenterologo e ginecologo sentenziano: te la devi tenere...
Durante il colloquio, nel corso di una sessione di Medicina dei Significati, emerge che l'ernia iatale rappresenta, nella sua natura simbolica, un "conflitto di spazi", territori impropri e frontiere non riconosciute. Meglio direi, non ancora "legittimate".

Lo stomaco è "organo di accettazione" come del resto anche l'utero che, durante la gravidanza, pone la donna a confronto proprio col problema del "fare spazio", dentro di sé, a qualcosa di nuovo; non solo il nuovo essere che si forma, ma il "nuovo mondo" che l'aspetta, compresa la nuova "identità di madre", che dovrà nascere, anch'essa, insieme al figlio. 

In seguito a questa prima sollecitazione di consapevolezza, avvenuta nel corso della consulenza, la giovane donna ricorda che "da sempre" si è sentita costretta a "chiudere la bocca dello stomaco", per evitare che l'angoscia le salisse fino alla gola, soprattutto perché la madre le aveva insegnato che "non doveva piangere". Manifestare col pianto le proprie emozioni significava infatti dare spazio ad una sorta di "debolezza", di malintesa debolezza, che la madre da sempre le aveva insegnato a fuggire.

La giovane ricorda inoltre che, anche prima della gravidanza, si era abituata a contrarre costantemente la muscolatura dell'addome poiché, se avesse permesso a questo di rilasciarsi, lei si sarebbe sentita invasa da un senso di paura. (Paura della paura!! la cosa riguarda una bella percentuale dei nostri probleni) 

La gravidanza mette a dura prova l'ostinato "controllo di sé" e delle proprie emozioni. La donna è sottoposta, su più fronti, ad una vera e propria prova di accettazione. La gravidanza insegna alla donna proprio ad "allargare se stessa!" e lo fa attraverso il corpo! ma la cosa non riguarda solo il corpo.. 

E' il passo del "primo sacrificio del sé".. necessario per fare posto al cosidetto "incontro con l'Altro" nella nostra vita, grande momento iniziatico, indispensabile al prosieguo del cammino (vedi il Corso dell'Anno come cammino di iniziazione, alla pagina Facebook "Il respiro di Demetra": https://www.facebook.com/ilrespirodidemetra)

Attraverso l'uso della respirazione consapevole (la danza del respiro: immagina il ventre che si espande e il cuore che si calma), con pazienza e dolcezza (visto il suo attuale stato) le insegno un nuovo atteggiamento, sia interiore che esteriore, anche attraverso esercizia fisici veri e propri, e di respirazione: abbastanza velocemente, lei impara a "non aver paura" ad allentare il controllo e la tensione e a "lasciare gradualmente la presa". 

Impara anche ad accogliere il "senso della fiducia". Del resto, è la gravidanza stessa che, per natura, porta con sé questo insegnamento... Il lasciarsi portare dall'onda della fiducia e dell'affidabilità, (la pistis greca, Πίστις, che in Platone diviene addirittua una "tipologia di conoscenza"), intesa nei confronti della "grande onda" della vita, onda di saggezza, che tutti porta con sé e cui possiamo tornare ad affidarci, soprattutto in certi momenti (iniziatici) dell'esistenza.


Nel giro di pochissimi giorni, la pancia si fa visibilmente più grossa (come se fossero improvvisamente passati altri due mesi di gestazione...) e i sintomi migliorano. 

La lotta, compiuta dai suoi organi, per la conquista di uno spazio interno, non percorreva la giusta via; e lo stomaco era finito per "risalire", nella sua porzione superiore, attraverso lo iato del diaframma.

La legittimazione del "far spazio ad un nuovo spazio", non più solo "interno" ma interiore e profondo; la scoperta, e soprattutto la legittimazione, delle emozioni che per natura albergano nelle viscere profonde; l'imparare a non temerle ma a riconoscerle e legittimarle, creano gradualmente "spazio" all'emergere di nuovi ricordi: in questo caso, al ricordo dell'improvviso precipitare, da bambina, in uno stato di "silenzio" che sfiorava il mutismo... cosa che ovviamente ebbe a preoccupare i genitori. 

Chiudersi al mondo esterno per proteggersi da esso non è certo sufficiente, se non permettiamo la crescita adeguata di tutto quel mondo interiore, che molte volte è il solo che ci dà vera protezione.


L'ernia iatale ben somatizza (e simbolizza) questa condizione interiore: lo stomaco, organo di accettazione, è anche sede dell'istinto dell'aggressività, quell'aggressività buona, necessaria alla vita, che ci permette la sopravvivenza; e non a caso è l'organo deputato all'accoglienza e alla digestione del cibo (che, simbolicamente, è Altro da NOI)... Risalendo verso l'alto, esso sembra rivendicare uno spazio non proprio, quello del sentimento, dell'amore e dell'"accettazione" (e siamo già ben oltre il livello fisico) che solo il cuore può operare.

Lo stomaco è anche organo elettivo di rappresentanza del potere dell'io, del suo porsi nel mondo, del suo affermarsi (terzo chakra) anche attraverso l'introiettare Altro da Sé.. Spazio di consapevolezza che va guidato verso una corretta autodefinizione. 

L'ego ci sostiene e ci protegge. Ma il cammino si compie quando questo, dopo essersi costituito e adeguatamente strutturato, impara gradualmente a diluirsi e a fare quel passo indietro fondamentale, il passo indietro dell'io che impara a "fare spazio al tu"...

La gravidanza è l'occasione, unica e speciale, offerta alla donna nel corso del suo cammino. Occasione unica di conoscere il proprio corpo e comprenderne il linguaggio; occasione unica per "elaborare nuovi spazi" per riconoscere i propri bisogni, da quelli fisici (tempi più lenti, dormire, fare spesso pipì) a quelli più interiori e profondi. Lì, lo spazio si traduce in tempo: mi dedico a qualcosa che desidero e che mi fa sentire meglio!

Questi spazi interiori da conquistare, sono "spazi psichici" che aprono la strada alla nuova mamma, che nascerà col nuovo bambino... e, con essi, nascerà anche la capacità di legittimare le sempre nuove necessità che la danza della vita da sempre porta con sé, nella sua storia di continua trasformazione...


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