sabato 11 gennaio 2014

BEIT, il seme, il figlio

BEIT: dio ha posto un seme nel cuore della terra, ha posto un seme nel cuore di ognuno di noi...
La lettera Beit (B), il numero "due", è quella che presiede alla creazione, è il "Figlio" poiché, con essa, si pone il germe dell'alterirità...
BERESCIT BARA' = all'Inizio, dio HA POSTO UN FIGLIO (bar'a)
(Creando il cielo e la terra, Egli HA POSTO UN FIGLIO)

Ma per "vedere" questo seme, occorre scendere nelle tenebre... poiché solo allora l'Occhio si aprirà..

E quando questo si apre, vedrà che nel Figlio c'è sia la vita che la morte. Vedrà, in Beit, il germe della creazione, la gemma incastonata nella grotta, ma vedrà anche la grotta che "racchiude" la gemma, la gemma che torna alla terra. La nascita è, anche, separazione, così come la vita è (anche) morte: inseparate, per la verità. L'occhio che si apre nelle tenebre riconoscerà, finalmente, che proprio attarverso di essa (beit, la nascita e la separazione) sarà possibile risalire all'Uno, all'alef, dalla quale essa proviene.

La divisione, che è lacerazione-necessaria al parto, si rivelerà nella sua vera "natura di porta": essenziale rinuncia (di dio) alla pro


pria interezza e integrità, all'assolutezza divina. Occorre accettare la divisione, affinché "sia posto un figlio". E' "accettare la separazione", illusoria nella sua essenza, poiché il vero cammino è solo di ritorno all'alef (nella lingua ebraica l'alfabeto inizia e si conclude sempre con la stessa lettera, "A", Alef, che è inizio e fine di ogni cosa.)

La creazione (beit, il figlio) è compresa tra due infiniti. Dialogo tra due "uteri che ci accolgono e r-accolgono" (cioè ci ri-accolgono), di vita in vita, di morte in morte; in realtà, "di nascita in nascita" a sempre nuovi campi di coscienza, a sempre nuovi orizzonti nella discesa verso la radice ultima, ultima nostra terra, che permette (nell'oscurità e nella profondità delle tenebre) al nostro Occhio di aprirsi e, finalmente, iniziare a vedere..

Nessun commento:

Posta un commento