Peintures de Beatriz Aurora
Non occorrono i Maya né altre profezie per riconoscere che un
cambiamento è in atto nel nostro mondo: se il pianeta che ci ospita è già egli
stesso testimone di mutazioni inquietanti, tutta la vita nel suo grembo sembra
non meno riflettere questa straordinaria trasformazione. Dall’economia alla
politica - che vede, insieme alla caduta delle grandi dittature, l’esplodere
nei vari ambiti di tanti “bubboni” di corruzione che l’organismo ospitante non
riesce più a tollerare - dalla crisi energetica a quella più interiore dei
valori: cosa possiamo leggere, trasversalmente o fra le righe, di questo tempo
così speciale e così tormentato?
Qualunque cosmòs, o
nuovo ordine delle cose, deve esser preceduto da un càos. C’è una legge di necessità che regola ogni mutamento, ogni
trasformazione. Se una parte deve nascere, una deve morire, proprio come la
natura ci dimostra ritirando se stessa nel buio e nella profondità per
rinascere a primavera. Tuttavia, il “lasciar morire ciò che deve morire” è, da
sempre, una delle prove più dure. Lo è perché non contempliamo ancora con
sufficiente chiarezza la legge che sta sotto, che è legge di vita e non di
morte…
Ci troviamo dunque a camminare in un tempo di frontiera, stretto
sentiero su di un crinale sgretolato, tra polverosi ciottoli che rotolano a
valle ad ogni passo che muoviamo. Un movimento falso ci potrebbe costare molto!
Eppure, da qui, il panorama è bellissimo… è particolare perché, proprio come
quando ti trovi al centro di un ponte che collega sponde lontane, hai la
possibilità di percepirle entrambe, oltre che di scegliere se continuare o
retrocedere.
Scegliamo di andare avanti, ovvio, ma consapevoli che
questa scelta richiede un sacrificio e una rinuncia poiché, al nuovo che sta
sorgendo e che respiriamo ovunque nell’aria, il passo ancora non è stato ceduto
dal vecchio il quale, dal canto suo e con giusta causa, conduce irriducibile la
sua battaglia per salvaguardare, illusoriamente, se stesso…
Il nuovo mondo, che tutti diciamo di volere, può nascere da
una serie di piccoli passi, piccole e grandi conquiste di una consapevolezza
che si apre agli orizzonti nuovi che il cammino offre, ma anche all’aria
rarefatta che rende talora difficoltoso l’incedere. Possiamo allargare i
polmoni, e con essi la speranza ma, rovesciare le credenze, resta una scelta
che investe solo la nostra volontà e la nostra responsabilità. È una nostra
libertà.
Ed è proprio una specie di “rovesciamento” quello che
dobbiamo compiere, se desideriamo procedere… Cosa fa il bambino quando, nel
ventre materno, si prepara a nascere? Si capovolge… In realtà, ogni nascita lo
richiede; e quella biologica non è che il simbolo più immediato. Ogni volta che
nasciamo a nuova coscienza e a nuovi orizzonti, dobbiamo capovolgerci,
accettare di “farci piccoli” poiché solo così potremo “passare”. Nelle palestre
di arti marziali si insegna questo, quando si studiano le cadute, UKEMI: ti fai
piccolo, palla, rotoli su te stesso poi risorgi con nuova forza. Se invece ti
irrigidisci, ti spezzi!
Anche Giovanni Battista, quando battezzava al Giordano
diceva, spingendo sott’acqua la testa dell’adepto: METANOEI! capovolgiti!
e
gliela tratteneva sotto, sino quasi ad indurlo ad uno stato di premorte. Il
“capovolgimento” è un vero e proprio addestramento dell’anima… Ed è molto
importante vivere questa esperienza, che è l’esperienza della METANOIA, cioè della
trasformazione. Capovolgere se stessi significa “rinunciare a qualcosa” e
questo “qualcosa” è in definitiva l’Ego, con l’illusione delle sue conquiste…
I tempi ce lo chiedono. Ce lo chiedono insistentemente poiché
il “paradosso” è ovunque, ci accompagna nell’incedere. Se, fino ad ora, abbiamo
camminato distinguendo, separando con l’aiuto della ragione e della funzione
analitica, discriminante (giustamente discriminante per poter scegliere), ora
questo, non che sia sbagliato, ma non basta più… E’ sbagliato irrigidirsi o
identificarsi in un’unica modalità. Ora occorre
allenare il pensiero ed il sentimento a camminare su direzioni convergenti… Occorre
accettare la doppia polarità delle cose, allenarsi a riconoscerla e, poi,
LEGITTIMARLA. Se “legittimo” persino il mio contrario, non facendogli più la
guerra, inauguro al posto di questa la “collaborazione”, che è - infine - “matrimonio fra gli opposti”, il matrimonio
sacro degli antichi, la condizione indispensabile per aprirci alla FERTILITA’.
Nella Medicina dei Significati, la LEGITTIMAZIONE (da non
confondere con la “giustificazione” che altrimenti annullerebbe tutto il
processo trasformativo) è il passo fondamentale che permette la crescita. Non
mi chiudo nelle mie convinzioni, ma mi apro all’altro, al nuovo, addirittura al
“rovescio di me”, che ha le sue ragioni e cui devo dare riconoscimento anche se
non lo approvo; il che non significa negarmi. Significa inaugurare l’etica del “non solo, ma anche” che sostituisce
ogni aut/aut col più opportuno et/et… Siamo entrati nei “tempi della
Madre”, colei che unisce, cuce, ciò che il Padre ha prima tagliato… Occorre
riunire ciò che la ragione ha disgiunto, se vogliamo creare qualcosa di nuovo,
un “abito” nuovo: il Nuovo Mondo da abitare.
Se l’Ego si fa da parte un momentino e mi permette di vedere
l’“altra faccia” di quel che guardo, allora potrò scoprire tutto quel che vive
sotto, nel buio. Mi alleno a “rovesciare il tessuto”, per vedere il lato
nascosto delle cose. Solo così potrò penetrare nel mondo delle cause, laddove
si genera il manifesto, dove mi è dato riconoscere (e legittimare…) i “nodi che
tengono insieme l’arazzo” grazie ai
quali posso, nella dimensione opposta, contemplare il disegno.
Immaginiamo che implicazioni, nel campo della malattia!
Siamo talmente abituati ad esprimere una sola polarità, una
sola direzione, che basta rovesciare un pensiero che già non lo riconosciamo
più! Proprio come se ci toccasse ascoltare un brano musicale alla rovescia…
Rischiamo di scambiare per coerenza ciò che è solo unilateralità. E spesso
l’assoluta indisponibilità a cambiare la propria idea diviene persino un punto
di forza, se non addirittura d’onore, impedendo così un qualsiasi ampliamento
della coscienza.
Possiamo cambiare solo noi stessi. Così facendo, ci
accorgeremo che il mondo intorno a noi cambia. L’unica lotta produttiva che possiamo veramente intraprendere, è solo
quella contro la nostra inerzia, contro la nostra indisponibilità a cambiare,
promuovendo ed allenando la nostra capacità di accogliere e integrare il non-ancora-conosciuto.
Superare l’ambivalenza, l’antinomia delle cose, legittimare
il paradosso. Ecco uno dei compiti che l’Uomo Nuovo deve apprendere per
costruire il suo Nuovo Mondo. Esso non nasce da solo, siamo noi a costruirlo… e
lo stiamo facendo da sempre, ma come???
Le basi le abbiamo messe. Ora dobbiamo camminare. Parliamo di
consapevolezza, di conoscenza di sé, delle emozioni che ci muovono, delle
reazioni ad esse… Tutte conoscenze che cerchiamo di applicare nella vita, nel
lavoro, per ottimizzare le nostre risorse e, alla fine, produrre meglio e di
più… Ma ATTENZIONE! C’è pericolo che ci scappi qualcosa: la biologia e la fisiologia
del nostro corpo, grandi maestre di vita, ce lo insegnano e anche se è un
esempio un po’ duro, val la pena considerarlo: le “colonizzazioni” che le
cellule cancerogene operano nei confronti dei più diversi tessuti del corpo,
hanno scopi analoghi alla creazioni di filiali che il credo capitalistico ha
inaugurato oramai da tempo.
Esse tendono a ricavare il più possibile dai propri
programmi, togliendo progressivamente spazio alle forze estranee. Basti pensare
alla presenza della carta geografica mondiale nell’ufficio di un’impresa: al
centro, una grossa croce ad indicare l’azienda madre che infiltra le zone più
vicine con le sue filiali (curiosamente,
le cosiddette “metastasi” che il cancro genera, sono dette anch’esse filiae).
Pensiamo anche al nucleo di
queste cellule, il loro “cervello” il quale, patologicamente, si ingrossa
sempre più… Il cancro viene diagnosticato in base alla trasformazione morfologica
del nucleo cellulare: incredibile metafora della sopravvalutazione dell’ego, di
cui il nostro tempo è gravemente affetto.
Il progresso? …un viaggio senza meta!
Un viaggio in cui troppo spesso manca la consapevolezza di un’unità più grande,
in grado di abbracciare tutto. E man mano che l’lo incapsula se stesso
nell’illusione dell’ego, l’uomo perde la “religio”,
ovvero l’unione con l’“origine” della sua esistenza.
Anche se sembra lontano, a volte addirittura utopico, il
Nuovo Mondo è già: è nella realizzazione del nostro Desiderio, motore del
nostro universo, il cui potere dobbiamo attivare dentro di noi. Sua parola
d’ordine è UNIRE. Suo strumento, riconoscere il volto nascosto delle cose. Suo
obiettivo, costruire un ponte affinché mente e cuore, intelletto e sentimento,
finalmente ricongiunti, operino per la fertilità comune. Il mondo che desideriamo
è un MONDO POSSIBILE.
Dal Significato della malattia, al Senso della
vita.
Progetto per una Educazione
all'Invisibile
Tecniche corporee, psicocorporee ed energetiche, di
matrice orientale e occidentale,
ad approccio
immaginale e
nonterapeutico:
benessere e
consapevolezza (Mindfullness)
la malattia
come informazione,
psicogenealogia e costellazioni familiari ad approccio
immaginale
counseling
(anche on line)
fiori di
Bach per adulti e bambini
trattamenti Shiatsu
addestramento HARA
percorsi di
crescita personale
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